La quarta registrazione di Reggie Quinerly come leader è un sentito tributo a New York City, dove il batterista/compositore/educatore ha trascorso 21 anni prima di trasferirsi a Los Angeles alla fine del 2020. Insieme al sassofonista tenore John Ellis, al trombettista Antoine Drye, al pianista John Chin, e il bassista Sean Conly, Quinerly esegue sette brani originali che rendono omaggio a New York riflettendo la vivacità e il colore della città. La band ha una grande chimica; Ellis e Drye, che hanno lavorato insieme per circa 30 anni, hanno un bel suono di tromba-tenore, e Chin e Conly forniscono un solido supporto. La traccia di apertura, “Reflections on the Hudson”, è un’escursione impegnativa che inizia l’album con una nota alta; in effetti, potrebbe essere il miglior taglio dell’album. “Dreaming in Place” è una ballata suggestiva e bellissima. “Somewhere on Houston” (la strada inferiore di Manhattan, pronunciata “Hows-ton”) è un altro hard swinger, e ci sono due versioni di “New York Nights”, la prima suonata a tempo mentre la seconda ha più un tocco di samba. Se stai cercando un nuovo jazz in cui le composizioni presentano ricche armonie e un forte contenuto melodico e dove i solisti si mettono al lavoro, New York Nowhere è il posto dove andare.
Il post Reggie Quinerly: New York Nowhere è apparso per primo su The Absolute Sound .