C’è un tema comune tra le ultime recensioni di jazz che ho scritto, e questa è la geografia: Taiwan di Peter Lin, Finlandia di Tuomo Uusitalo, Ungheria di Marton Juhasz e Giappone di Aikra Tana. Il chitarrista Luca di Luzio non ha paura di discutere la relazione tra il jazz e altre parti del mondo nel suo nuovo album chiamato Globetrotter. Ognuna delle sue composizioni originali rende omaggio ai suoi viaggi in tutto il mondo come musicista jazz, e come è stato influenzato da particolari musicisti e da eventi. Nato in Italia e formatosi al Conservatorio di Musica Frescobaldi di Ferrara, di Luzio ha dominato chitarre elettriche, acustiche e classiche con l’aiuto di mentori come Pat Metheny, Mike Stern, Les Wise e Dean Brown. Globetrotter non affronta la fusione di culture nello stesso modo di quegli altri album. Luca di Luzio non sta inserendo strumenti popolari per implicare queste connessioni, né sta usando temi tradizionali ugualmente rappresentativi. Lo suona vicino al suo cuore, con uno stile di fusione dolce che è suo, quindi c’è una coerenza per ognuna di queste tracce. Riguarda le connessioni emozionali specifiche che ha apportato a certe persone, molte che hanno deciso di giocare su questo […]
Il post di Luca di Luzio, Globetrotter | The Vinyl Anachronist è apparso per la prima volta su Part-Time Audiophile .