Kantanga di Curtis Amy! Ristampa in vinile, riscoperta, rivelazioni

Negli ultimi 15 anni ho esplorato lentamente l’universo della musica del sassofonista Curtis Amy in modo rilassato e disinvolto: trovando i suoi album “fuori nelle terre selvagge” di casse che scavano nei mercatini delle pulci, nei negozi dell’usato, nei garage e nelle vendite immobiliari . Ne ho trovati esattamente tre nel corso degli anni, ma mi è piaciuto quello che ho sentito e in fondo alla mia testa mi sono chiesto perché questo grande musicista non fosse più conosciuto.

L’ultimo album di Amy che ho trovato diversi anni fa era un’edizione mono della sua opera del 1963 chiamata Kantanga! Solo a guardarlo, sono stato subito colpito dal fatto che si trattasse di un solito design di copertina per un album jazz della West Coast nel 1963. Anche se la mia copia scoppiettante Mono era molto amata, ho suonato questo album numerose volte godendo della sua musicalità e muscoli.

Ci sono punti, come nella seconda traccia, in cui se mi avessi bendato gli occhi e mi avessi detto che questa era una traccia inedita di John Coltrane del periodo, avrei potuto crederti. Potrei anche osare dire che in un certo senso riecheggia l’atmosfera di parti di A Love Supreme di Coltrane di un paio di anni dopo.

Quando ho postato su Kantanga! in alcuni forum di collezionisti di vinili incentrati sul jazz sui social media, ho ricevuto un bel po’ di complimenti per aver trovato questa gemma rara. Non ne ho mai più visto un’altra copia.

Cioè fino alla nuova ristampa di Tone Poet che ho comprato subito. Questo è un tipo di ristampa molto diverso per la serie e segna un cambiamento che applaudo. Invece di spendere un budget prezioso in costose copertine apribili per album che inizialmente erano a copertina singola, su Kantanga! Universal Music ha investito i soldi per assumere uno scrittore per darci note di copertina avvincenti che raccontano la storia di Curtis Amy e come Kantanga! Venuto per essere.

Non posso sottolineare quanto sia importante questo genere di cose. In queste note imparerai non solo la carriera di Amy (come il modo in cui ha suonato nei dischi dei The Doors – incluso uno dei miei preferiti, The Soft Parade – e Carole King’s Tapestry !) ma anche quella del collaboratore di Amy su Kantanga! , Dupree Bolton (una storia oscura di dipendenze, carcere e altro).

Eppure, lasciata alle spalle è questa magia. Nelle parole dello scrittore delle note di copertina Thomas Conrad “Katanga! è una di quelle opere d’arte straordinarie per le quali nulla ci prepara. Come potrebbe una nuova band composta da quattro ragazzi che non sono mai diventati famosi, più un bassista esperto (Victor Gasking) e un batterista di 21 anni (Doug Sides) entrare in uno studio a Los Angeles il 3 febbraio 1963, inchiodare tutto ed emergere con un capolavoro?”

E questo riassume molto bene cosa aspettarsi da questa registrazione hard bop jazz inclinata in avanti, nata sulla costa occidentale di New York. Dupree Bolton riecheggia i sapori di Clifford Brown, Dizzy Gillespie e molti altri, mentre Amy apporta una bella fluidità al suo lavoro di sassofono soprano qui (pensa a come suonava Coltrane ai tempi di Giant Steps e “Naima” in particolare)

Come ci si aspetta dalle versioni di Tone Poet, la stampa e la confezione sono esemplari su Kantanga! Non posso dirti quanto sia bello ascoltare questa registrazione in una stampa fresca e pulita. Il sax soprano di Curtis Amy suona caldo, sexy, blues e seducente contro la grossa e rotonda tromba di Bolton. Ascolta le meravigliose transizioni senza esitazioni e l’interazione tra il loro assolo su “You Do’t Know What Love Is” che sembra il lavoro di un gruppo ben oliato che ha fatto tournée per secoli insieme anticipando intimamente i tempi l’uno dell’altro, non il lavoro di uno -off sessione di assemblaggio.

Alcuni di voi che si staranno chiedendo come la nuova edizione si allinea alla mia stampa originale saranno felici di sapere che la nuova edizione va bene. Mentre è certamente uno scenario da Apples to Oranges – un nuovo stereo incontaminato su un vecchio mono graffiante – posso sentire che il nuovo cattura la sensazione generale del disco Pacific Jazz. Questa è una cosa diversa da una registrazione di Rudy Van Gelder e il produttore Richard Bock ha catturato molta della dolce essenza dello studio di Hollywood in cui è stata registrata.

Dirò che la nuova versione ha un suono molto più brillante della mia versione originale, il che potrebbe riguardare tanto i produttori originali che hanno bisogno di controllare le cose per impedire ai giradischi dell’epoca di saltare fuori dai solchi quanto le scelte stilistiche degli ingegneri del mastering e del capacità delle loro apparecchiature. Dirò che il mix Mono sembra a volte un po’ meno discreto dello Stereo per qualunque ragione possa essere.

Comunque, Kantanga! è uno di quegli album senza scrupoli che dovresti raccogliere quando puoi. Ascolto essenziale.