Jeff Williams e il suo nuovo album Bloom mi fanno ripensare a tutte quelle recensioni in cui discuto l’idea del batterista-leader del jazz, e come quel singolo persuade le esibizioni degli altri sul palco attraverso lo slancio e gli arrangiamenti. Williams, che semplifica il progetto utilizzando un trio di pianoforti di riserva, con la pianista Carmen Staaf e il bassista Michael Formanek, sfrutta questa opportunità per mostrare di cosa è fatto dietro il kit. Questo è l’album di Williams, pieno di tecniche di batteria stellare che stupiscono, di tutte quelle belle e stimolanti segnature del tempo e di un approccio un po ‘gutturale al ritmo. Staaf e Formanek si affidano a un solo lavoro: continuate. Jeff Williams, in altre parole, è il batterista di un batterista. La sua abilità di batterista è aumentata non solo dall’hardware – usa un piatto Zildjian degli anni ’50 per un suono unico – ma da idee che sono completamente sue. È generoso con le sue due coorti e fa affidamento sul loro colore per estrarre anche le melodie più spinose, ma Bloom è un’avventura interna. È un modo di arrampicarsi all’interno di queste 11 tracce, composte principalmente da tre, per creare un suono che […]
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