Per mezzo dell’introduzione al giradischi Rega P10, vorrei iniziare dicendo che lavoro come ingegnere di mastering. Per qualche tempo, ho voluto aggiornare il mio giradischi attuale, una Rega P3, per risolvere alcuni problemi. Durante l’utilizzo del giradischi per verificare i tagli di prova (eseguiti da me e da altri), mi sono reso conto che l’accuratezza della velocità sulla mia P3 non è eccezionale (funziona veloce). Mentre wow e flutter sono generalmente abbastanza bassi in modo da non interferire con il mio piacere di ascolto, non è abbastanza buono per me sentire criticamente quanto bene il mio tornio si esibisce durante l’audizione di una lacca appena tagliata o di una stampa di prova in vinile. Quindi, anche se non ho avuto seri problemi con le prestazioni sonore generali del P3, volevo un front-end analogico che mi permettesse di rivedere altoparlanti ed elettronica, usando un segnale di input che fornisse una risoluzione più elevata. Perché non utilizzare le fonti digitali per valutare gli attrezzi? Bene, è piuttosto semplice: dato che ascolto il digitale tutto il giorno al lavoro, a casa, preferisco le particolari colorazioni sonore e tutti i rituali associati ai dischi. Così ho deciso di acquistare una Rega P10. In passato ho posseduto un Linn, condiviso un […]
Il giradischi Post Rega P10 | La recensione è apparsa per prima su Part-Time Audiophile .