Dopo una settimana di registrazioni decisamente avant-garde che fanno capolino dalle pareti laterali del jazz contemporaneo, Nicholas Brust e il suo ultimo album, Frozen in Time, sono una tregua necessaria. Definito come il “sassofonista più importante della sua generazione”, Brust ha quel modo fumoso e sexy di suonare il sax che suonerà familiare alla maggior parte dei fan del jazz: le sue note sono lunghe, estese e sentite, proprio come le parole. È un suono lunatico, che parla di grandi città, di finestre aperte e di una brezza leggera che può essere persuasa a passare per una tazza di caffè. Questo non vuol dire che Nicholas Brust scelga la via più facile con il suo modo di suonare, o le sue composizioni e arrangiamenti. Quel suo tono dolce viene solitamente utilizzato anche come una finestra aperta, che ti incoraggia a seguire i suoi temi e le sue idee in un mondo riflessivo e un po ‘sognante dove potresti imparare alcune verità. Il quintetto di Brust – il chitarrista Ben Eunson, il pianista Tuomo Uusitalo, il bassista Josh Allen e il batterista Jay Sawyer – hanno tutti un’arma segreta a loro disposizione per far emergere gli stati d’animo densi e complessi. Potrebbe essere una svolta lussureggiante ai piatti con un pennello che dipinge e anima il suono come un fiore, […]