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Jenny Davis, riorganizzato | The Vinyl Anachronist

Devo ammettere un leggero pregiudizio nei confronti di artisti jazz, arrangiatori e compositori che cercano di scrivere canzoni originali che suonano proprio come i classici del Great American Songbook. Queste persone altrimenti talentuose non riescono più spesso, di solito quando si tratta di testi. (Secondo posto? Melodie derivate.) Nelle rare occasioni in cui qualcuno nel jazz contemporaneo può farcela, è un vero motivo di festa. Succede, di solito quando l’artista combina questi originali con le copertine e di solito commento la transizione senza soluzione di continuità tra i due. Jenny Davis appartiene a quest’ultima categoria. Davis è una cantante, compositrice e arrangiatore che ha affrontato questo compito apparentemente impossibile nel suo nuovo album, Rearranged. Nove dei dodici brani sono originali di Jenny Davis, che saltellano e suonano tag con vari sottogeneri come canzoni di tango, bossa nova, be-bop e torcia. Le tre copertine – “And What If I Don’t Don’t” di Herbie Hancock e “Calling You” di Bob Telson e “Invitation” di Bronislau Kaper – raggiungono quel flusso sfuggente e sì, a meno che tu non sappia già queste canzoni che non sarai in grado di identificare la loro origine. Ok, quindi Jenny Davis ha imparato le abilità di composizione e arrangiamento che ricreano con attenzione quella magia GAS. Ma […]

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