Con il suo stile vintage e vitale, Charley Crockett offre Welcome to Hard Times, un promemoria ispirato e tempestivo di quanto possa essere potente la musica country. Dopo essersi ripreso da un intervento chirurgico a cuore aperto lo scorso anno, il prolifico trovatore afro-americano è partito con il produttore Mark Neil per realizzare un “disco oscuro e gotico”. La sua eclettica miscela di honky-tonk, blues, folk e rockabilly evoca un suono di Nashville che risale alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60. In effetti, il nome del titolo dell’album fa pensare intenzionalmente a un western del 1967, e la sua chitarra con tremolo, il pianoforte da salone fiorisce e lo sweep cinematografico sembrerebbero a casa in uno spaghetti western. Dal realismo retrò della traccia del titolo, un inno country fatalista con un motivo di gioco d’azzardo, allo swing western e sbalorditivo di “Run Horse Run”, queste canzoni emozionanti beneficiano di una produzione di riserva e di un suono eco-brunito. Con un tocco d’attualità, Crockett copre anche “Blackjack County Chain”, un singolo di Willie Nelson del 1967 che è stato bandito dalla radio a causa dei suoi testi. Charley canta questo lamento della prigione come un lamento brutale ma inquietante, e la storia agghiacciante di una banda di catene nere che uccide uno sceriffo della Georgia risuona intensamente con rinnovate ramificazioni oggi.
Il post Charley Crockett: Welcome to Hard Times è apparso per la prima volta su The Absolute Sound .